ANNO 14 n° 118
La squadra Prossimo obiettivo: il tricolore
03/05/2016 - 02:01

di Stefano Renzo

VITERBO – Un giorno di riposo in più per la Viterbese che, anziché oggi, tornerà ad allenarsi mercoledì. Qualche ora di vacanza suppletiva per assaporare appieno il gusto della vittoria del campionato, per rilassarsi un attimo dopo lo stress di una stagione meravigliosa quanto faticosa e poi, appunto da domani, sotto con l’Arzachena e quindi con la poule scudetto ''Alla quale teniamo molto'', come ha detto nel dopo partita di domenica il presidente Vincenzo Camilli. Poule scudetto che, nella sua prima fase, dovrebbe vedere l’undici gialloblu sfidare i pugliesi della Virtus Francavilla ed i siciliani del Siracusa, squadre probabili vincitrici (manca loro un punto, da conquistare domenica, per la certezza matematica) rispettivamente dei gironi H ed I in un triangolare che promuoverà alla fase finale la prima classificata e la migliore seconda tra le tre degli altrettanti gironcini.

Si pensa già quindi alla fase post – campionato quando c’è ancora da onorare l’ultimo impegno della regular season che, appunto per la Viterbese, prevede, domenica, la gara interna con un’Arzachena che è tuttora in piena corsa per un posto, magari il quinto, nella griglia dei play off. Facile prevedere, in altre parole, una Arzachena agguerrita sulla strada dell’undici di Federico Nofri che certo non ha dimenticato come l’undici smeraldino è l’unico che sia riuscito a battere la Viterbese nella sua trionfale cavalcata: è accaduto alla vigilia dello scorso Natale, quando Scardala e compagni furono costretti ad uscire dal rettangolo di Arzachena sconfitti per 1-0 dopo aver sbagliato un calcio di rigore, con Bernardo, al 48’ del secondo tempo (Branicki lo aveva fallito uno al 4’ del primo tempo).

Un passo falso che certo non ha offuscato né condizionato il cammino del gruppo viterbese in questa stagione che è destinata alla storia del calcio cittadino, e non solo cittadino. Una marcia che definire trionfale non deve sembrare una esagerazione. A voler proprio cercare il pelo nell’uovo, si può dire che l’avvio non fu proprio brillantissimo: una sconfitta alla prima giornata (ad Ostia) e poi tre pareggi e due sole vittorie nelle cinque successive domeniche consigliarono la proprietà di operare la sostituzione della guida tecnica quando la Viterbese aveva 9 punti nel carniere e ne accusava 6 di distacco dall’allora capolista Ostia Mare. Al posto di Stefano Sanderra arrivò Federico Nofri ed il suo esordio non fu dei migliori (almeno sul piano del risultato) con uno striminzito 0-0 sul campo della Nuorese. Quel pareggio però rappresentò anche l’inizio di una striscia positiva fatta di dieci risultati utili (7 vittorie e 3 pareggi) che dopo la sedicesima giornata portò la Viterbese in testa alla classifica, 33 punti, in larga compagnia (Grosseto, Rieti ed Arzachena). Un primato subito perso, appunto con la sconfitta di Arzachena, una battuta d’arresto difficile da dimenticare che comunque ha rappresentato lo spartiacque del campionato gialloblu che ha dato vita ad un girone di ritorno ad altissimo livello, senza sconfitte nelle 16 partite finora disputate (12 vittorie, 4 pari per 40 punti: nessuno ha naturalmente fatto tanto), una serie esaltata, se vogliamo, dalle vittorie di tutti gli scontri diretti giocati al Rocchi. Un crescendo rossiniano culminato con il più 9 sulla seconda (Grosseto) vantato al termine della giornata numero 30. Quando il campionato è praticamente finito. Se non per tutti, sicuramente per coloro che ancora speravano di raggiungere la Viterbese.






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